Dunque fia ver dicea

Title: Dunque fia ver dicea
Collection: Madregali Ariosi a4 (1565)
Composer: Antonio Barré
Poet: Ariosto Ludovico, Orlando Furioso XXXII-18-21
Publisher: Barré, Antonio, Gardano, Antonio
Patron:
Genre: Madrigale Arioso
Instrumentation: Canto, Alto, Tenore, Basso
Link to digital source: © British Library
Transcription: Dunque fia ver dicea , 2020
Audio: Dunque fia ver dicea - midi, 2020

Orlando Furioso, Canto XXXII ottave 18-21


Dunque fia ver dicea che mi convegna,
Cercare un che mi fugge e mi s’asconde?
Dunque debbo prezzare un che mi sdegna?
Debbo pregar chi mai non mi risponde?
Patirò che chi m’odia il cor mi tegna?
Un che sì stima sue virtù profonde,
Che bisogno sarà che dal ciel scenda,
Immortal dea che ’l cor d’amor gli accenda.

Sa questo altier ch’io l’amo e ch’io l’adoro,
Né mi vuol per amante né per serva.
Il crudel sa che per lui spasmo e moro,
E dopo morte a darmi aiuto serva.
E perché io non gli narri il mio martoro,
Atto a piegar la sua voglia proterva,
Da me s’asconde, come aspide suole,
Che per star empio il canto udir non vuole.

Deh ferma Amor costui che così sciolto
Dinanzi al lento mio correr s’affretta,
O tornami nel grado onde m’hai tolto
Quando né a te né ad altri era suggetta!
Deh, come è il mio sperar fallace e stolto,
Ch’in te con prieghi mai pietà si metta,
Che ti diletti anzi ti pasci e vivi,
Di trar dagli occhi lacrimosi rivi!

Ma di che debbo lamentarmi ahi lassa,
Fuor che del mio desire irrazionale?
Ch’alto mi leva e sì ne l’aria passa,
Ch’arriva in parte ove s’abbrucia l’ale,
Poi non potendo sostener mi lassa,
Dal ciel cader né qui finisce il male.
Che le rimette e di nuovo arde ond’io,
Non ho mai fine al precipizio mio.